COME SI PRODUCE UN VACCINO?
Da mesi si sente parlare di vaccino legando questa necessità all’emergenza Coronavirus, ma a che punto siamo con la ricerca?
Mediamente per ottenere un vaccino utilizzabile servono almeno due anni fra scoperta e test per dimostrarne l’efficacia. Considerando la diffusione globale della pandemia si spera che l’iter normalmente previsto possa subire una considerevole accelerata.
Praticamente tutti gli stati più avanzati stanno impegnando la ricerca al fine di debellare il COVID, la sperando di una soluzione a medio termine può perciò considerarsi fondata.
Attualmente sono circa 165 i vaccini allo studio, di questi 26 sono in fase clinica (quella che prevede la sperimentazione sui pazienti) e 4 nella fase conclusiva, ovvero, nell’ultimo step prima dell’immissione sul mercato (condizionata all’effettiva efficacia della cura).
Le prime dosi potrebbero arrivare già a fine anno, ma cosa deve succedere prima? L’agenzia regolatoria di riferimento deve approvare la cura, dimostrando attraverso uno studio che il farmaco sia capace di prevenire l’infezione o, quantomeno, le forme gravi della malattia.
Dal punto di vista clinico una vaccinazione, prima di essere approvata, richiede il superamento di 3 step:
1 Non deve avere controindicazioni per la salute del paziente, ma garantire la capacità d’indurre la risposta immunitaria;
2 Si stabiliscono le dosi e le schedule di somministrazione necessarie per ottenere un risultato soddisfacente;
3 Si procede col test di efficacia su persone a rischio: i soggetti vaccinati vengono confrontati con un campione di non vaccinati, tra gli immunizzati deve esserci un numero inferiore di contagi rispetto ai controllati. Il risultato della sperimentazione deve essere rilevanza statistica secondo i criteri imposti (e condivisi) dalla comunità scientifica.
Come già accennato la prassi per l’approvazione generalmente dura due anni, alcune aziende hanno iniziato la produzione del vaccino prima della fase 3, così da accorciare i tempi il più possibile.
Questo comporta un duplice rischio:
Da un lato puramente economico, ovvero: produrre un vaccino costa, vendere un vaccino inefficace risulterebbe deleterio come mettere in commercio prodotti guasti, infatti, dopo un’iniziale boom delle vendite ci sarebbe un totale azzeramento dei ricavi e la conseguente caduta del profitto fino alla rimessa.
In secondo luogo un vaccino inefficace non ha alcuna ragione di esistere, specie in quei casi dove l’emergenza è reale e il livello di pericolo è particolarmente alto.
In conclusione, al di là dei quotidiani annunci che inneggiano all’imminente uscita di vari vaccini capaci di risolvere o, quantomeno, contrastare l’emergenza COVID-19, la strada è da considerarsi ancora impervia anche se, probabilmente, giusta.